Uscito in sordina, partorito da una band che dal 2011 non dava segni di sé (perlomeno a livello di uscite discografiche) questo Byzantyne Horizons ci ricorda subito perché si sentiva così tanto la mancanza di un lavoro di questo tipo. Impossibile da classificare, caratterizzato da un accordo unico tra le tre voci soliste, perlomeno nel panorama italico, il disco fonde parti power (!) come la prima A Mosaic Within con altre marcatamente gothic/melodic death (Dhul-Qarnayn, Scepter and Soil, Cyclopean e la prorompente Everything Evokes). Le voci, dicevamo, sono la parte forte di questo lavoro, dove non si trovano solo la classica accoppiata clean vocals femminile (Milena Saracino) – growl/harsh vocals maschile (Emanuele Rastelli) ma anche una poco consueta voce maschile di stampo genuinamente power (Gianluigi Girardi) in grado di amalgamarsi sorprendentemente bene con le altre. Destreggiandosi in territori dove solitamente troviamo Tristania, Sirenia e, perché no, Insomnium la band milanese riesce a creare un sound proprio, capace di non stancare e di farsi riascoltare piacevolmente. Una menzione a parte va fatta per il pezzo in italiano, Lo Sposo dell’Orizzonte, dedicato al Sole dove la voce di Milena Saracino si fa apprezzare per pulizia e liricità. Impreziosito da un lavoro di produzione sopraffino, con un artwork suggestivo, il disco richiede diversi ascolti per poter essere compreso appieno così da poter apprezzare tutte le contrapposizioni in apparenza così strane da amalgamare, ma che lo rendono così affascinante e divertente in un panorama, il gothic/death, che solitamente si caratterizza per una certa rigidità.